Massimo Tamburini ha lasciato un vuoto incolmabile nei cuori di tutti coloro che hanno avuto il privilegio di conoscerlo perché è stato un uomo e un professionista che ha tenuto fede per tutta la vita ai saldi valori del suo credo: Passione_Determinazione_Umiltà. Nessuno mai prima di Massimo Tamburini ha saputo illuminare il mondo del motociclismo con un tale genio creativo, nessuno mai prima di Massimo ha saputo esprimere un amore così immenso ed estremo per la ricerca della perfezione e dell’avanguardia tecnica e per la bellezza del design.

Seppur non sempre gratificato e apprezzato dalle persone per le quali e con le quali aveva lavorato, Massimo non accettò mai di scendere a compromessi. Quando, il 31 dicembre del 2008, gli eventi della sua vita lo portarono a chiudere un rapporto durato lunghi anni con la marca che più di ogni altra aveva amato, la MV Agusta, Massimo si ritirò nella sua casa sulle colline della Repubblica di San Marino e, come richiesto dal suo contratto, non stabilì alcun nuovo contatto con nessun’altra azienda nel settore motociclistico. Ma il suo genio non poteva  certo stare fermo ad aspettare per tutto il tempo richiesto: tre anni. Decise quindi di lasciare il suo pensiero libero di inseguire quello che era sempre stato il suo sogno più grande: realizzare l’essenza più pura ed assoluta della moto sportiva, proprio così come la sua mente l’aveva sempre pensata, sentita e voluta e che avrebbe dovuto essere l’ultima, avanguardia assoluta della moto sportiva mai concepita al mondo.

Per tutta la sua vita professionale, Massimo aveva dovuto lavorare entro i limiti imposti da una serie di fattori: le norme di omologazione, i massimali di bilancio, vincoli di produzione. Ora, invece, la sua creatività poteva finalmente spaziare libera, senza più alcuna restrizione. Il suo obiettivo era certamente estremo, ma come sempre assolutamente realistico: sarebbe stata una pura moto da corsa, superbamente raffinata, ma razionalmente concepita in modo tale da poter essere messa in regolare, seppur limitata, produzione. In estrema sintesi, il suo ultimo progetto avrebbe dovuto essere il più leggero e compatto della sua categoria, assolutamente innovativo per tecnica e design.

Per realizzare l'ultimo sogno della sua vita, Massimo selezionò accuratamente un piccolo gruppo di collaboratori a cui trasmise le linee guida del suo progetto. Dapprima coinvolgendo un vecchio amico, che aveva in comune con lui una grande passione per le motociclette, con una solida esperienza professionale come ingegnere di progetto in Ferrari F1, e con il quale Massimo aveva già avuto molte opportunità di condividere esperienze e soluzioni tecniche ai massimi livelli tecnologici. Per finalizzare i disegni computerizzati del suo sogno, Massimo venne assistito da due giovani tecnici, che sotto la sua guida hanno avuto la possibilità di espandere la propria esperienza professionale lavorando su un progetto così altamente sofisticato. Massimo completò successivamente il suo team di lavoro stringendo un accordo con un professionista di fiducia, con il quale aveva già collaborato in passato e che era socio di una delle più importanti aziende italiane operanti nel settore dei materiali compositi e della modelleria complessa. Il suo coinvolgimento fu molto importante in quanto gli avrebbe consentito di operare liberamente avendo accesso alle più avanzate tecnologie, fattore fondamentale questo per determinare il successo del progetto più esclusivo e sofisticato mai concepito.

Per il propulsore, Massimo scelse il BMW S1000RR nella sua edizione Superbike, forse il motore a quattro cilindri più raffinato oggi in produzione. Per tre anni Massimo continuò ad affinare e a perfezionare nella sua mente i concetti di base del suo progetto finale. Poi, una volta libero da vincoli, nel febbraio 2012, iniziò a lavorare alla realizzazione del prototipo della sua moto, prima al computer, per definire i parametri strutturali e geometrici del suo nuovo telaio. Questa fase comprese la modellazione matematica computerizzata e la progettazione di tutte le altre componenti della ciclistica, sottoponendole ad analisi FEM, al fine di ottimizzare il loro peso in rapporto alla loro funzione strutturale. Questo fu determinante nel processo di sviluppo del veicolo, che consentì a Massimo di sviluppare un concetto esclusivo in grado di regolare rapidamente la rigidezza trasversale del telaio senza cambiare alcun componente. Questo concetto è stato debitamente brevettato ed integrato al telaio. Durante la definizione di tutti gli aspetti di ingegneria del progetto, Massimo non avrebbe potuto mancare infine di lavorare in prima persona anche alla definizione dello stile, che ha saputo plasmare in un design senza eguali. L'ingegneria e il lavoro dello styling al computer sono stati completati in circa un anno. Durante la definizione del suo progetto, Massimo ha ideato e realizzato personalmente il telaio lavorando successivamente alla definizione dello styling, elaborando i bozzetti al computer a grandezza naturale, plasmando il clay a mano con immensa passione ed incomparabile bellezza.

Con la sua consueta titanica determinazione, Massimo si mise al lavoro ad un ritmo serratissimo per portare a compimento in breve tempo lo stile definitivo  della sua creazione. Lavorò con una media di 12 ore al giorno, sempre con il sorriso e mantenendo il suo spirito alto e determinato.

Massimo ci ha lasciato con il progetto della moto  definito in tutti i suoi dettagli, come lui lo aveva concepito, quindi la grande motivazione della famiglia per completare il percorso intrapreso, è alla base dell’incarico assegnato al figlio Andrea, che ha lavorato al suo fianco per oltre vent’anni, unitamente al team di lavoro composto dalle persone coinvolte all’origine, per completare e onorare al meglio questa meravigliosa creatura.

La volontà della famiglia Tamburini e dell’intero team hanno portato alla realizzazione di una super-bike che rappresenterà certamente una pietra miliare nella storia del motociclismo mondiale. Come conseguenza delle forti motivazioni indotte in tutte le persone coinvolte dal magnifico progetto di Massimo, la famiglia Tamburini, nel rispetto delle ultime volontà di Massimo stesso, ha creato la società Massimo Tamburini Srl, con lo scopo di rivelare al mondo il suo ultimo e più grande progetto, ovvero la più esclusiva moto da corsa mai realizzata.

Back to top